Era il lontano 2004...
























Sentite una cosa. Se mi state dicendo che questo fumetto può essere paragonato a Spiegelman, Alan Moore, Joe Sacco, Satrapi ecc. ecc. (per non parlare di moltissimi mangaka da cui i nostri eroi avrebbero due o tre cosette da imparare), non sono io che indico il dito.
Non facciamo finta di non capirci. Non rendiamo torbide le acque facendo i difensori di un mezzo che qui si è sempre difeso. E non sto parlando di Pratt e dei fumetti considerati colti. Sto parlando di Moore (Alan, ma anche Terry di Strangers in Paradise). Sto parlando, per restare in Italia, di Giuseppe Camuncoli e Michele Petrucci che hanno disegnato Il vangelo del Coyote di Gianluca Morozzi.
Per essere più chiari.
Non sto parlando del fumetto in generale come state cercando di dire voi. Sto parlando di QUESTO fumetto. Di questa copertina, anzi.
Il vostro discorso, amici becchigialli dell’ultima ora, non sta in piedi: seguendolo, non si potrebbe più recensire negativamente un brutto libro perchè in questo modo si offende la letteratura tutta.
Sia consentito alla vostra eccetera, infine, un cordialissimo vaffanculo al caro Albo. Che viene a parlare de “il fumetto non è roba da bambini” in un blog che si è battuto per questo almeno da quattro anni. E sentenzia sullo stupro senza aver letto mezza riga di quanto, su queste pagine, si discute da anni. Se il vostro pensiero è stato “andiamo sul blog della giornalista con la puzza sotto al naso a dimostrare quanto siamo vivi, vitali, nuovi noi del fumetto”, non avete capito niente.
Qui si parla di una copertina che a me, e a non pochi altri, disgusta. Come mi avrebbe disgustato una pagina di romanzo dove lo stesso argomento viene trattato in modo, sì, come dice Pellitteri, ambiguo.
Tra l’altro, Se non ricordo male Donatella Colasanti, una delle due vittime, prima di morire (qualche anno fa) aveva dichiarato di non voler più essere citata e ricordata in relazione a quella vicenda. Tanto per.
Postato Mercoledì, 28 Gennaio 2009 alle 9:04 am da La Lipperini
Oggi mi è stata girata una mail diretta alla casa editrice Becco Giallo che riguardava una critica che è stata mossa verso il libro "Il Massacro Del Circeo".
In questo Blog QUI si discute della locandina della mostra e del libro, naturalmente senza leggerlo.
Il primo commento è questo e ne seguono altri che delineano alcune facce della nostra bell'Italia:
-Dubbio del mattino, nello stesso giorno in cui si legge delle conigliette di Playboy a Sanremo e contemporaneamente della consueta, abile, messa in accusa dello “straniero” invece di un’intera cultura che allo stupro occhieggia. La nostra cultura, grazie.
Dubbio fortissimo, dicevo, sollecitato da una donna in gamba via mail.
Notizia: graphic novel sul massacro del Circeo. Editore Beccogiallo. Qui notizia e tavole.
Commento. Non posso giudicare un libro da una copertina. Ma la medesima, perdonate, mi ripugna. Eccola.
Loredana Lipperini.
Quello che mi sorprende è che la signora Lipperini ripugni il disegno non il fatto in se, non che uno dei tre individui in questione è tornato in libertà poco tempo fa, non che uno dei tre ha ucciso di nuovo quando era in libertà vigilata, indigna invece l'illustrazione.
Ho fatto questo libro dedicandomici completamente e come me Leonardo Valenti, credendo che sia giusto discutere di violenza sessuale e di giustizia, la Becco Giallo da anni ormai fa cronaca giornalistica con il fumetto colmando una lacuna di informazione presente negli altri media.
Ci viene chiesto di rispondere se abbiamo contattato le vittime, non abbiamo potuto farlo perchè sono morte entrambi, potevamo contattare i carnefici e chiedere se erano daccordo. Se fossi uno dei familiari sarei indignato con chi ha permesso la scarcerazione di Izzo e Guidi e la fuga di Ghira non di un libro che ricorda la vicenda descrivendone l'efferatezza.
Una vicepreside di una scuola di Bergamo ha censurato questa locandina ritagliando le due figure femminili perchè erano nude con un bel taglio di forbici, non mi sembra di vivere nel 2009.
Mi si chiede di rispondere alle critiche, mi pare il caso di non farlo se non nel mio blog, ormai sono a conoscenza dei meccanismi che muovono Internet, una volta che intervieni nasce l'attacco e la polemica fine a se stessa .
Leggiamo il fumetto prima di discuterne, poi potrò rispondere delle scelte fatte, non sono mai stato volgare in tutto il fumetto ma la violenza è violenza e non ci si può nascondere dietro un dito, si parla di cosa è o cosa non è arte senza avere la minima cognizione di quello che è contenuto nel libro, ci si ferma alla copertina.
Il verde di copertina è una scelta editoriale come il formato e la disposizione dell'illustrazione, abbiamo discusso tantissimo per ottenere il risultato finale che mettesse daccordo un pò tutti, ma non mi pare che il disegno renda merito alle azioni dei tre criminali anzi penso che ne descriva l'innegabile spregevolezza e malvagità, il rosso è un colore violento dalle molteplici simbologie e valenze, è il colore del sangue dell'aggressività, ma anche della passione per quello che è solo l'insieme dell'illustrazione e il contesto della storia possono darne il vero significato, racchiudere il suo significato ad una simbologia nazista è riduttivo e furoi tema.
Mi chiedo perchè possa disturbare tanto un libro che affronta questo avvenimento storico, se qualcuno pensa ad un rientro economico si sbaglia davvero molto, io l'ho fatto perchè credo che il fumetto possa discutere qualsiasi tematica, e in Italia disturba sentire parlare degli scheletri nell'armadio.
Se seguissimo le critiche che mi e ci vengono mosse probabilmente il fumetto, come il cinema e la tv dovrebbe proporre spensierati argomenti di derivazione Vanziniana (dal regista omonimo) qualcosa che la mente accetta in maniera indolente.
Io ho un'altra idea della mia esistenza, sono cosciente di vivere volente e nolente in una società in cui mi devo fare carico anche di alcune responsabilità, il mio mestiere è comunicare e cerco di farlo nel modo migliore con tutti i limiti che mi sono concessi, ma accusarmi di essere volgare e di approffittare di un argomento di cronaca paragonandomi alla televisione di Bruno Vespa, rispondo dicendo che non avete davvero capito niente ne di me ne del media fumetto.
Leggete il fumetto e poi possiamo discutere e indignatevi per delle cose serie che ce ne sono tante, la crescita del razzismo nei confronti degli extracomunitari, l'intolleranza nei confronti dell'omosessualità, la giustizia che non è più uguale per tutti, il conflitto d'interessi, la crescità della povertà, le guerre sparse per il mondo, la pedofilia etc...
Cara Loredana Lipperini ora hai argomenti di cui indignarti sul serio.