giovedì 23 luglio 2009

Comics Circus


Ieri ho terminato la mia gironata di lavoro al PC, preso a seguire le polemiche del caso del giorno. Ne ho preso parte anche io quasi inconsciamente, convinto che si potesse ragionare in maniera costruttiva sulla crescita di un ambiente che ogni giorno appare sempre meno dignitoso.
Mi sono chiesto come mai un' accusa di plagio nei confronti di un'opera voglia essere risolta tramite blog.
In seguito ne nasce una discussione dove si parla di etica e di comportamento con la stessa ipocrisia con cui viene condotta una puntata della De Filippi.
Qualcuno in un commento ha detto che la categoria dei disegnatori usciva malissimo da questa discussione pubblica.
Io mi chiedo quale categoria, quella che è pronta alle facili polemiche da bar ma non conosce i principi del diritto d'autore? Forse la stessa categoria che è pronta a disegnare dei fumetti per case editrici che non esistono? Oppure la stessa categoria che non rispetta consegne creando problemi ai suoi collaboratori?

Si discute su colpe e problemi, con emergenti che si caricano richiedendo teste cosparse di cenere, ed è un loro diritto nel contesto del loro ruolo, ma tutto diventa ridicolo e parossistico.
Forse dipende dal fatto che nella vita ho lavorato anche in ambienti diversi dal fumetto, ma la risposta in casi come questi arriva dall'azienda sotto accusa, che prenderà dei provvedimenti nei confronti di chi ha creato il danno.
Dov'è la professione in tutto questo, qual'è la distinzione tra chi opera nel settore e chi lo fruisce, purtroppo l'immagine che si ottiene è di un grande circo dove sono tutti Clown.

Ho idea che l'obbiettivo degli autori non sia più fare fumetto ma essere riconosciuti alle fiere, non tanto essere apprezzati per il proprio lavoro ma essere adorati per il personaggio che si sono creati.
Forse è solo una finestra sulla società italiana fatta di mediocrità e approssimazione. Se mi si dice che non solo il fumetto è fatto in questo modo rispondo che lo so, ma si può essere meglio.


Spengo il Pc e decido di leggere un fumetto.
Termino la lettura di Per questo mi chiamo Giovanni e capisco a quale categoria di autori voglio appartenere, comprendo che questo splendido linguaggio può davvero contribuire tanto a migliorare questo mondo.
Con il fumetto si possono trasmettere valori, importanti comunicare sentimenti ed emozioni.
Questo fumetto mi ha riportato immediatamente alla purezza di questa professione.

La categoria degli autori di fumetti viene danneggiata dal fatto che un disegnatore di talento e pieno di passione come Claudio Stassi abbia preso la decisione di lasciare l'Italia.
Leggendo le ultime pagine del suo fumetto si capisce il motivo della scelta.

Il fumetto è tratto dal libro Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando.

Leggete questo fumetto perchè può aiutare a capire per cosa è davvero giusto confrontarsi e combattere.

5 commenti:

Fabrizio Lo Bianco ha detto...

E che te l'ho passato io, il libro di Claudio, non lo dici, eh?! Ingrato!

Capitan Ambù ha detto...

Ho sentito Claudio e ho detto che lo regalerò agli amici siciliani.
Davvero un bel libro, una boccata d'aria fresca.

Claudia ha detto...

E' estate e anche questa categoria vuole il suo giallo-scandalo per commentarlo sotto l'ombrellone.
Poi due messaggi li ho messi anch'io, confesso. Ben presto si sgonfierà tutto il caso e magari si tornerà a parlare di fumetti :D
Io ho il cattivo vizio di non piacermi le lapidazioni, per principio anche se il lapidato non è anima candida. Il disegnatore ha fatto una cavolata ma non penso che gli autori delle vignette copiate avranno danno e questo ritengo sia essenziale in più visto quel che ha copiato mi sembra che si sia pure reso la vita ancora più dura del dovuto. Non so come andrà a finire ma sarebbe surreale se alla fine l'autore colpevole dovesse rifare senza paga e la casa editrice (poco attenta)vendesse più copie per questo problema.
ma torniamo ai fumetti.
Ma torniamo ai fumetti ho il nuovo numero di Le Bordel des Muses che mi aspetta.

Capitan Ambù ha detto...

Non credo si possa ritenere una cavolata per un professionista.
Il plagio è una violazione del diritto d'autore che ha ripercussioni legali.
Secondo me i lettori hanno tutti i diritti di reclamare visto che hanno acquistato un prodotto.

Se facessero rifare tutto il lavoro senza paga non trovo sia una soluzione surreale, ma sarebbe uno dei tanti compromessi per superare la situazione.

Io continuo a ribadire che l'unico errore è stato ridurre questo caso di plagio ad una polemichetta da internet.
Evitiamo poi di discutere sulle accuse alla "categoria" dei fumettisti che viene identificata in quattro o cinque commenti, io sinceramente non ho visto un numero di autori tale da definire un corporazione.
Ho trovato divertente leggere su repubblica l'articolo della Lipperini.
In un periodo di crisi e tagli alla cultura si discute del plagio in un fumetto non approfondendo il discorso sul problema del diritto d'autore ma soffermandosi alla superficialità del gossip.

Corporativismo e categoria in crisi penso siano argomenti più attinenti all'informazione italiana che al fumetto, o perlomeno sono un problema molto più serio.

Non intendo difendere nessuno perchè non sono un avvocato e non sono parte del progetto.
L'unica risposta doveva arrivare dalla casa editrice, l'unica a dover prendere provvedimenti e che in caso di citazione è l'unica che dovrà rispondere della pubblicazione, in seguito si può rivalere sull'autore in base al contratto.

Leggo in giro tante congetture, ipotesi e analisi superficiali purtroppo anche da professionisti di settore, che dimostrano di non conoscere i fondamenti del loro mestiere, sottovalutando l'aspetto legale e comportamentale del problema.

Spero che questo caso serva a far capire ad alcuni autori che non tutti giocano a fare i "vip"(ahah) alle fiere , tanti lo fanno con passione, mestiere, professionalità e sacrificio e sanno come ci si comporta in casi come questi.

Ciao Claudia è un piacere averti qui.

Claudia ha detto...

Io lavoro all'estero e ho visto una cosa simile accadere lì, la casa editrice si è scusata pubblicamente e,come era chiaro dovesse fare, si è accollata pubblicamente le colpe, come poi se la siano risolta privatamente con l'autore non lo so ma giustamente è una cosa che doveva rimanere tra loro.
Poi io son dell'idea che è giusto il diritto d'autore, principalmente, debba tutelare il lato economico, ovvero se i due prodotti sono concorrenziali o se l'idea che è stata rubata e porterà vantaggi economici a una parte a scapito dell'altra. Nel caso tanto dibattuto non mi pare che si verifichi una mancanza di introiti della parte lesa né un vantaggio economico rilevante dell'altra parte.