giovedì 18 novembre 2010

Cari fumettisti si parla di ARTE, non di arte.




E' da tempo che mi ritrovo a trascurare il blog, ma si sa che più si va avanti e più si riduce il tempo libero.
Visto che Facebook mi permette la critica verso la politica e la vita italiana, dando vita ai miei sfoghi da cane pazzo, ho deciso di utilizzare il blog come spazio per esporre il mio lavoro e esprimere alcune mie riflessioni.
Nel mio precedente post ho espresso dubbi sull'incontro tra autori tenutosi a Lucca e sono stato tacciato di aver sputato veleno sul prossimo, si giudicano più i modi che i contenuti nella bella Italia (mi spiace che esporre le proprie idee sia sempre controproducente).
Oggi invece mi trovo a riflettere, visto alcuni commenti di quel post, sulla preparazione dei professionisti del mio ambiente lavorativo.
Ricordo al mio primo incontro pubblico, tenutosi a Bologna per l'Insonne, una persona si rivolse a Giuseppe Di Bernardo (creatore della serie) definendo i disegnatori artisti, a quel punto Giuseppe intervenne dicendo che i fumettisti sono artigiani non artisti.

Naturalmente il polemichino insito nella mia natura, mi fece intervenire per sottolineare che il fumetto poteva essere anche Arte.
In quel momento ero consapevole di cosa fosse l'Arte, visto che non cado da un Pero e visti i trascorsi accademici, ma non ero ancora a conoscenza di cosa fosse il mondo del fumetto, Giuseppe era sicuramente più preparato di me.

Nel momento in cui Di Bernardo definiva il fumetto artigianato ho avuto un sussulto, mi veniva in mente quando venivo tacciato di infantilismo perchè alla maggiore età leggevo l'Uomo Ragno o Dylan Dog, quindi la reazione era un sonoro "il fumetto artigianato...giammai!".
Scordavo però il contesto in cui avveniva quello scambio di parole, cioè una fiera del fumetto.

Cinque anni dopo mi ritrovo a dover definire io il fumetto come prodotto d'artigianato, non perchè non lo consideri un linguaggio che riesce a creare arte, ma perchè i suoi addetti ai lavori ignorano completamente cosa sia Arte.
Sicuramente è ignoranza, o forse una lacuna che dovrebbe essere immediatamente colmata con qualche testo di facile reperibilità, mi spiace per voi che non sapete ma l'Arte non è soggettiva.

Se tutto è ARTE, nulla è ARTE.

Vanno bene i vari blog e siti che anticipano o posticipano il proprio nome con Art, è un aspetto trandy e modaiolo del tutto legittimo che rientra in una politica promozionale, ma autodefinirsi artisti rasenta il ridicolo, perchè l'artista è un termine con cui la maggioranza della società stabilisce una valenza culturale ad un autore, quindi da non sottovalutare.

Le parole sono importanti!!!

Un'opera per essere considerata Arte deve possedere una valenza data dalla comunità e non da un numero ridotto di individui, quindi cari "artisti" rilassatevi ancora ne dovete mangiare di pagnotte.

Spesso mi chiedo com'è possibile che un disegnatore di fumetti non si interessi d'Arte, è come se uno sceneggiatore non leggesse libri.
Non parlo solo di Arte classica, bisogna andare oltre Michelangelo, Raffaello, Munch, Mucha, Klimt o Schiele, io parlo di Anselm Kiefer, Boltanski o tutto il movimento tedesco.
Come può un fumettista esimersi da fare una capatina alla Biennale di Venezia oppure dal visitare un museo d'arte moderna almeno una volta al mese.
Come si può sperare di fare Arte senza conoscere gli altri linguaggi visivi, il cinema, il teatro, la fotografia, non dico di essere un'enciclopedia vivente ma almeno dedicare un piccolo spazio anche al mondo fuori dal fumetto.

Appurato che non siamo Artisti, o almeno non tutti e così tanti, possiamo almeno definirci dei bravi artigiani?
Siamo professionisti?

Ci si vede alla prossima puntata!

6 commenti:

Daniele Statella ha detto...

Il buon Ambu e la sua crociata di sensibilizzazione ai problemi del mondo del fumetto! ^____-
D'accordissimo e massimo sostegno su tutta la linea, amico.

Capitan Ambù ha detto...

Ormai sono come il vecchietto di fronte ai palazzi in costruzione eh eh.

Massimo ha detto...

mmm, non concordo pienamente con questo articolo ma è bello che tutti possano liberamente costruirsi un mondo :)

Allora scusa, solo perché entro alla biennale devo dare per scontato che tutto quello che c'è dentro è arte? Sai bene come in molti casi sia fasullo tutto ciò, galleristi e critici possono "costruire" un artista, vendere e disintegrarlo in un anno alla stregua di un paio di scarpe o una giacca di marca... boh
Quindi io solo perché è in esposizione devo accettarlo come arte inserendolo anche nel mio bagaglio culturale?

Sono domande provocatorie... non c'è bisogno di ribattere :) a ognuno la sua analisi.

Massimo

Capitan Ambù ha detto...

Massimo su cosa non concordi se me lo specifichi si può discutere.

Fai le domande e non vuoi risposta? :-)

Non ho detto che tutto quello che viene esposto in una galleria è arte, non l'ho scritto?

Io ho detto che un opera può essere definita Arte solo quando la società (intesa come pluralità e maggioranza per potersi definire tale)gli attribuisce quel valore.

Esempio Cappella Sistina di Michelangelo, o la Sagrada Familia di Gaudì.
Ma questo discorso è valido per il Little Nemo di Mc Cay o Watchmen di Moore.
Quando un'opera è capace di segnare profondamente e influenzare la cultura della società si può attribuirgli una valenza artistica.

Non mi è mai capitato di dover trovare un'intera Biennale inutile al mio bagaglio culturale.

Unknown ha detto...

Ciao Fabiano
ho riflettuto su una frase da te scritta:
"Un'opera per essere considerata Arte deve possedere una valenza data dalla comunità e non da un numero ridotto di individui...)"
All'inzio l'ho sentita giusta e poi ho riflettuto sul termine "comunità"...ma la stessa comunità di cui una gran parte è definita da te stesso COGLIONA?
sei sicuro che ci si possa fidare della sua classifica?
alla comunità se ci pensi non serve tanto per imbambolarsi davanti a qualcosa: ho visto una ressa sconfinata davanti alla Gioconda al Louvre (come anche nella Cappella Sistina) e neppure un osservatore nel corridoio attiguo davanti a La Vergine delle Rocce o il San Giovanni sempre di Leonardo. Non è sicuramente il numero dei visitatori che fa Opera d'Arte altrimenti tristemente dovremmo definire tale anche Il Grande Fratello o Facebook (e su quest'ultimo un tantino di ragione ci sarebbe nel farlo). A mio avviso ciò che rende un opera Opera d'Arte è un connubio tra MITO (assegnatoli tramite la critica), FASCINO (quello in grado di sedurre l'osservatore)e LUOGO (e qui parla Duchamp per me).
Oggi per molti artisti anche solo il LUOGO e sufficiente, ma quello è mercato, senza mito e senza fascino.
E per quanto riguarda l'affascinante mondo dell'aritigianato trovo molto più seducente l'ingresso presso un laboratorio di un artigiano che in una galleria d'arte contemporanea e chissà quanti di noi hanno pensato davanti ad un' opera "questo lo so fare anch'io" e invece "ma come ha fatto?" in un laboratorio artigiano...
Le più grandi opere d'arte storiche nascono in laboratori artigiani conseguenti a commissioni di nobili, Chiesa e mercenari. Noi poi gli abbiamo definite Arte. Ma arte e Artigianato hanno la stessa matrice etimologica è che a noi piace tanto farci le seghe mentali e dare lavoro ai critici!
Io di fronte al fumetto sarò sempre come quello che dice "ma come ha fatto?" ma per definirlo artigianato devo pensare al solo mezzo di comunicazione: è poi il contenuto che lo candida ad arte o artigianato, vedi Andrea Pazienza per citarne uno (anche perchè non ne conosco alri).
In definitiva: l'opera ti affascina? bene, goditela... e se l'hai fatta tu spera di venderla così si sfatta il mito "l'artista dalla fame ha perso la vista!!".

Capitan Ambù ha detto...

Arte e Artigianato hanno la stessa matrice etimologica ma non la stessa valenza.

L'opera nata come artigianato può diventare Arte e l'opera nata come arte può non esserlo.
Ad esempio vasi con frutta e fiori, barchette e via dicendo degni per arredare uno squallido corridoio.

Diciamo che in parte è la società che decide cos'è Arte ma è il tempo che permette di soppesarne il valore.
Il Barocco è stato considerato Arte abbastanza recentemente, visto che l'Argan trattava l'argomento in modo marginale.
Come se Bernini e Borromini non fossero abbastanza validi ed interessanti, ma il tempo ha permesso di valutarne e comprenderne l'opera.

Cosa penso io della società è ben altro discorso ma non centra nulla col significato che la storiografia da all'Arte.

Silvia l'Arte definita in questo modo non è una mia malsana idea ma è una risposta condvisa per evitare che tanti piccoli ed insulsi egocentrici come me vadano in giro a farfugliare di essere artisti.
Poi in un italietta mediocre è sempre il caso di ribadire che l'Arte non è stabilita da chi lo dice per primo ma solo da quelli che definiscono la tua opera tale, ma devono essere davvero taaaaaanti e deve durare nel tempo.