mercoledì 3 novembre 2010

Dopo Lucca Comics


BLA BLA BLA BLA BLA BLA, questo è quello che posso criticare di Lucca Comics and Games più o meno come nelle edizioni precedenti.

Torno con la solita influenza ed è per questo motivo che scrivo ora.

La mia Lucca in realtà è stata l'Artists Alley, vissuta in compagnia di Marco Santucci e Alessandro Bocci con cui abbiamo fondato questa iniziativa.
Sono entusiasta di quest'esperienza, non avevo idea del riscontro che avrei ottenuto, in fondo il mio lavoro più importante è l'albo La Casa Di Faust di Dampyr, sapere invece che qualcuno si ricorda il mio nome associato al titolo dell'albo è un emozione indescrivibile, come sentire un appassionato lettore di Dampyr che sottovoce mi sussurra "sei tra i miei disegnatori preferiti" è qualcosa che di sicuro ripaga il lavoro fatto con passione.

Se dovessi riassumere l'esperienza Artists Alley con una parola direi confronto.
Il confronto con i lettori, che hanno dimostrato nel leggere i fumetti la stessa passione che noi mettiamo nel disegnarli.
Il confronto tra noi autori, quello scambio positivo che ti porta a superarti, quando un talento straordinario come Alessandro Bocci mi dice "preparati che ti ruberò qualcosa" fa comprendere che i veri talenti sono quelli che sono sempre pronti a mettersi in discussione e comunque sono sicuro che stava mentendo per gentilezza e che io ruberò molto più di lui.
Marco Santucci ormai lo chiamo la macchina, senza di lui Artists Alley non sarebbe esistito ha una capacità innata per l'organizzazione e una serietà professionale invidiabile.
Insomma ormai siamo partiti e non ci fermeremo tanto facilmente.

Io e Bocci
Attendo la foto in cui siamo tutti insieme Santucci compreso dall'anima pia che l'ha fatta, purtroppo io non ho fatto foto.

ORA LA...
...TAVOLA ROTONDA

Per vedere il VIDEO dell'incontro cliccate QUI

Una bella iniziativa quella organizzata da Claudio Stassi, ho involontariamente partecipato da buon sardo a testa bassa e fuori scaletta, con il mio solito impeto polemico.
Sono andato a questo incontro pieno di dubbi, mi sono seduto e ho ascoltato, premetto che sono arrivato dopo l'intervento di Luca Enoch.
Attendo, sento tanti, parecchi, troppi interventi che sono testimonianze individuali delle proprie esperienze professionali, ascolto problemi di vario genere dalla disposizione della propria opera nella libreria al favoritismo che si fa verso alcune uscite da chi edita Anteprima e Mega.
Sono li che fremo e mi chiedo se tutto l'incontro si è basato su delle questioni abbastanza personali, che non possono essere la causa dei problemi del fumetto.

Mi chiedo ma quando si parlerà della trasparenza dei dati di vendita? Quando arriva il problema della distribuzione in Italia? Quando si solleverà il problema dei contratti?

Attendo speranzoso e mi sorbisco la promozione di Pic Nic, di cui mi frega poco, per carità iniziativa interessante ma ho sottratto tempo al mio lavoro non di certo per sapere che si può fare Free Press, non è la soluzione ai problemi semmai un'iniziativa interessante.

Approfitto dell'intervento di un rappresentante dell'Afui che tocca il tasto dolente della distribuzione, in mezzo a tanti voli pindarici e discussioni sulla morale mi è sembrato un faro nella notte, sono convinto che se non si risolvono i problemi più importanti è inutile discutere di dove sistemano il mio fumetto, senza nulla togliere che possa essere un problema anche quello.

Pongo la questione dei dati di vendita, e Claudio interviene sull'assenza dei numeri di tiratura nei contratti italiani, sembra un argomento di poco rilievo ma vista la tendenza a lavorare con percentuale di vendita a questo punto occorre più trasparenza, in modo da comprendere se conviene o meno partecipare a questo tipo di pubblicazioni.
L'argomento viene interrotto da Angelo Nancetti (se non erro) che discute sul fatto che autori come Sergio Toppi hanno iniziato senza contratto e che in fondo sono diventati dei maestri di tutto rispetto evidenziando che non è un problema dei soli editori, in quel momento ho pensato che tutto il discorso fosse inconcludente, sono andato via stizzito e irritato trovando quello a cui avevo assistito un incontro troppo superficiale che non affrontava i veri problemi ma un facile qualunquismo.
In realtà avevo perso tutta la parte iniziale, riguardando il video mi sono ricreduto, Claudio ha aperto l'incontro fissando dei punti interessanti, di seguito si è discusso della paternità del diritto di sceneggiatori e disegnatori, discorsi sui contratti e via di seguito.
La prima parte della Tavola Rotonda è quel tipo di professionalità che cerco nel fumetto e che trovo raramente, quello che ho notato però è la carenza di dibattito.

Questo è un primo passo e mi attendo che nel prossimo incontro si dialoghi meno dal pulpito e più dalla sala, gradirei la presenza di editori, distributori e sindacato, perchè siamo sinceri senza tutte le parti i fumetti possiamo farli in ciclostile e distribuirli casa per casa.

Visto che Emanuela Lupacchino mi cita velatamente sul suo blog a mo di sfottò, riprendo il discorso che ho avuto con lei su FB che riguardava in parte il suo pensiero sul fumetto italiano e in parte per quello che ho visto sul video.
Non ho nessun pregiudizio su Emanuela, malgrado lei pensi il contrario, ma la capisco in questo ambiente ci si può attendere di tutto.

La sua esperienza negativa è quella che abbiamo vissuto un pò tutti in questo mestiere e non solo nel nostro. Emanuela ha vissuto la frustrazione di non riuscire a fare fumetti, di vivere con 3 euro nel conto e via di seguito,insomma discorsi che tanti conoscono bene.
Io sono tutto fuorchè agiato per cui non mi sorprendo facilmente.

Quello che mi ha contrariato e sentir dire da un ex ricercatrice che se le avessero detto prima che nel fumetto si stentava a campare non l'avrebbe fatto, si questo mi ha toccato delle corde, purtroppo quelle più stonate, io ho sempre ricevuto il consiglio di lasciar perdere, sarò stupido io ma ho continuato pur sapendo che sarei stato a rischio elemosina.

Robe da disegnatori (almeno i fumettisti di facebook si sentono a casa)

Quello che non trovo giusto è fare facile qualunquismo, generalizzare non aiuta e tutto l'intervento non sembra quello di una professionista ma quello di un esordiente un pò naif, questo atteggiamento crea delle false problematiche e un allontanamento dalle soluzioni.
In Italia c'è un problema di deregolamentazione, il fumetto ne è solo una piccola parte, tutto quello che dice Emanuela è vero e aggiungo che sempre lo sarà esisteranno persone scorrette e persone corrette a prescindere dai contratti e dalle regole.

Spesso mi chiedono perchè entro in queste discussioni, ed è per via del mio rispetto verso chi è determinato a raggiungere un traguardo.

Questo è il motivo perchè certe cose non le soporto.

Nel corso che tengo a bergamo ho un disegnatore Michele, l'avete visto sulle vignette del Maestro Yambu sa che il suo disegno avrà difficoltà ad essere pubblicato, l'umorismo in Italia non ha spazio, continua a disegnare malgrado questo, fa un altro lavoro che in questo periodo di crisi è sempre a rischio allo stesso tempo paga e frequenta il mio corso, ma non se la prende di certo con gli editori che non pubblicano umorismo, ma sta pensando ad una soluzione per trovare uno sbocco, forse stamperà una sua storia senza ricevere un compenso, pur di cominciare a far conoscere il suo lavoro, quello che vedo quando fa fumetti è che non pensa a contratti o a quanto lo pagheranno, ha solo quella luce negli occhi di chi ama questo linguaggio, tutto il resto arriverà poi, quando sarà un professionista (ci conto e lo spero tanto per lui).

Sono convinto che occorrano delle regole più certe nel fumetto ma anche professionisti seri, preparati e che sappiano cos'è la libera professione altrimenti saremo tutti considerati un pò naif.

Emanuela mi odierà di certo, ne abbiamo discusso su FB ma se poi mi ritrovo sul suo blog e persino sbeffeggiato...

IL BUON AMBU

21 commenti:

Emanuela Lupacchino ha detto...

Fabiano, l'unica cosa che posso dirti, è che non ho lasciato la ricerca per fare i soldi coi fumetti. Ma per motivi più seri. Il resto sono chiacchiere.

Kromo ha detto...

Ciao Capitano,
sono, per ora, d'accordo con te (ancora non ho visto tutto il video e non mi pronuncio). Io incontro parecchi problemi per questo argomento ma credo di essere ancora solo al prima dell'inizio... per ora devo solo sbattermi io prima di chiedere.
Per Lucca ringrazio te e Alessandro. Siete state due persone gentilissime (ma non mi aspettavo il contrario) e spero davvero che questa vostra avventura continui sempre più. sarò sempre in prima fila. Nulla contro il vostro "socio" ma proprio non l'ho visto (o era rintanato sotto il tavolo... a disegnare?)
Il disegno di Alessandro è già appeso e anche le tue cartoline gli fanno compagnia...
Grazie per la disponibilità e a presto. K.

Unknown ha detto...

Credo di essermi commosso. Grazie per le belle parole e ottima la tua recensione sulla tavola rotonda.

Capitan Ambù ha detto...

Emanuela hai detto su facebook che se avessi saputo, prima di fare fumetto, che rimanevi con tre euro nel conto, probabilmente avresti deciso di conseguenza, bene questo mi ha fatto controbattere.
Emanuela tutti in quella sala hanno compreso la tua frustrazione, riascolta l'intervento finale dove si cita Sergio Toppi è illuminante.
I problemi, come ti ho detto in privato, ci sono e proprio perchè facevi ricerca dovresti comprendere che i problemi italiani non sono colpa di editori malvagi.
Senza gli editori che tu dipingi come inadatti, molti di noi non esisterebbero, non ci sarebbe la sperimentazione e nemmeno esordienti.
Tu lavori in Marvel e fai un prodotto commerciale, NULLA DI ARTISTICO, senza gli editori "minori" non vedremo capolavori come quelli della Coconino, o la stessa Double Shot.
Esistono le persone scorrette anche tra i disegnatori.
Il buonismo, il moralismo e il qualunquismo lasciamolo ai discorsi da Bar e riprendiamo a discutere con tutti, editori e distributori compresi.

Per Kromo
Marco era una macchina da commission, effettivamente era spesso dietro le quinte in produzione forsennata.
Siamo come Multiman, Fluisman e Coiman...solo chi è forte sfida le sue molle.

Per Valgard.
Io conosco i sacrifici che ci vogliono per fare fumetto in Italia e non solo, mi capita di dare consigli ma di certo non credo che il problema sia degli editori, forse ci sono pochi lettori, in fondo se la gente compra meno auto, la colpa non è di chi le vende, magari ci sono pochi soldi.
Perchè un editore deve fare un contratto e pagare 200 euro per stampare 5000 copie? Come ci rientra? Quanto costa la distribuzione? E la stampa?
Se non si trova una soluzione comune continueremo a piangerci addosso.
Dire che ci vogliono più soldi e contratti seri perchè in Marvel li fanno è qualunquismo, se è per questo fanno contratto anche in Bonelli e riescono a dare anche continuità agli autori, non licenziano i letteristi malgrado l'avvento della tecnologia, ma a volte questa umanità di trattamento è la critica più aspra che viene fatta da alcuni autori verso la Bonelli.

Azz Ameriga!

Daniele Statella ha detto...

dato che ,come sai, non ho retto alla presentazione di picnic e sono fuggito ho rivisto il tutto online. Sì, Stassi ha fatto un bel lavoro ma il problema è che mancavano gli interessati. Editori e autori. Era una cosa da fare, secondo me, non con il pubblico ma solo con i professionisti del settore e ci doveva essere interazione e scambio per creare dibattito e non solo una serie di punti di vista . In ogni caso è un punto di partenza e meno male che qualcuno come Stassi si fa sentire perchè questo piccolo fumettomondo ha bisogno di una bella svegliata. Ne emerge una situazione drammatica, non perchè la situazione del mondo del fumetto lo sia realmente (anche se in parte lo è) ma perchè la stragrande maggioranza delle persone che ci lavorano o non ha mai lavorato altrove e non sa come gira il mondo, oppure si pone come il classico bambinone catapultato tra i grandi. Non si può continuare a guardare nel proprio orticello! il rappresentante delle fumetterie ha detto cose interessanti,però dice (giustamente, dal suo punto di vista) "perchè presentare i fumetti a lucca e non farlo dieci giorni prima alle fumetterie!?" Ahahahah e bravo! a lucca ci sono tutti i fari puntati, per un autore e un editore è prioritario esser presenti a lucca con la novità! Così come Camilleri presenta un libro al salone del libro e non dieci giorni prima o un produttore presenta un film a venezia e non la settimana prima! Interessanti alcuni spunti, tipo il discorso del reso alle librerie...cosa che, secondo me però darebbe il colpo di grazia al mercato librario. Già si vendono pochi fumetti, vuoi fare anche il reso alle fumetterie? i piccoli editori si vedrebbero tornare indietro materiale invenduto e rischierebbero il tracollo..
Librerie e edicole sono due mercati diversi. Sarebbe interessante ragionare anche sul reso delle edicole... A volte ho l'impressione che l'edicola sia l'anello debole del sistema. Se non avessero il reso magari qualche edicolante si sveglierebbe e si interesserebbe un po' a ciò che vende. Se vado dal salumiere e chiedo informazioni sui salumi ,lui mi sa consigliare, se vado dall'edicolante nella maggior parte dei casi mi trovo di fronte uno che se gli chiedevi Tutto cavallo era uguale, tanto se non lo vende lo rimanda indietro, che gli frega?!
In libreria invece quasi sempre il libraio sa consigliarti, ha interesse a fare incontri con il camilleri di turno, ecc... un po' come un negozio di abbigliamento ti consiglia la giacca che ti sta bene o il fumettaro ti dice di leggere questo fumetto che ti piacerà. Insomma, l'ultimo anello della catena produttiva-distributiva è di vitale importanza!
Altro tasto toccato: i dati di vendita. Ma perchè i dati di vendita di sorrisi e canzoni o di repubblica o di tutto cavallo sono diffusi (su primacomunicazione ci sono venduto, tiratura, reso ecc...) e quelli dei fumetti ( a parte disney) , no? Cos'è, un segreto? o è solo un altro sintomo del modo approssimativo che tutti gli operatori del settore hanno di approcciarsi al fumetto?
Insomma, di problemi ce ne sono tanti e leggere che il problema è farsi pagare gli sketch in fiera mi fa cadere le braccia! sembrano quei falsi casi che il governo tira fuori per distogliere l'attenzione dai problemi reali...
vabbè quella è un 'altra storia...scusa se mi son dilungato
ciao!

Capitan Ambù ha detto...

Devi dilungarti.
Daniele la penso come te, invidio i tuoi toni pacati ma ognuno si esprime come può.
E' un primo passo e spero Claudio e Luca meditino su queste discussioni perchè è la voce di chi ascoltava e non riusciva a replicare.
Speriamo in un dibattito, con editori, distributori e tutto il resto della catena.

Christopher Possenti ha detto...

Ciao Fabiano,
scusa se cado dalle nuvole, non ho ben presente i precedenti con Emanuela(che ritengo un astro nascente di indubbio talento)

..io non sto dalla parte di nessuno, semplicemente non mi sembra bello fare presente che in Marvel NON si fa NULLA di artisticho.
Se lo si guarda da questo punto di vista NESSUNO di noi fa NULLA di artistico(tantomeno io)

Ma su questo non sono d'accordo, perche' per me la bellezza, come il sublime e l'espressivita', si possono celare anche in fumetti popolari, che si tratti di super eroi piuttosto che bonellidi o disney.

Io non penso che sia necessario sfociare in prodotti di nicchia per fare arte, in tal caso noi fumettisti(di testate piu' o meno regolari)
QUANDO CAVOLO DIVENTIAMO ARTISTI?!

Spero di riuscire a discutere di ceeti argomenti in maniera pacata e informale, non c'e' la minima necessita' di degenerare..
a presto;)

Capitan Ambù ha detto...

Ciao Christopher, non dico che in Marvel non si faccia nulla di artistico, dico che in un azienda che produce fumetto d'intrattenimento a largo consumo non è l'intento primario.
Vorrei che il termine Arte di cui si abusa senza conoscerne il significato non venga utilizzato abusandone per moda e tendenza di comodo.
Come dire faccio fumetto o faccio una grafic novel.
L'Arte non la stabilisco ne io ne te ne tutti gli altri che girano per forum e blog, l'Arte viene definita dalla società.
Non ho mai detto che l'Arte proviene dai prodotti spesso denominati ingiustamente "autoriali" o dalle "grafic novel" (termine tanto in voga), anzi ho citato spesso autori che hanno fatto del mestiere artigiano la loro bandiera e che vengono qualificati come artisti da tutta la società, ad esempio Pratt, Toppi o Tacconi.
Leggi con calma il post e vedrai che non dico nulla di simile, tra l'altro non ho mai detto che Emanuela Lupacchino non abbia talento anzi tuttaltro, ma non posso dire sia un artista perchè così non è, poi il tempo deciderà il suo ruolo nella storia del fumetto, di certo non spetta a me dare qualifiche.

Non vedo degenerazioni nel dialogo o nel confronto, però non sarò mai buonista di facciata, non mi riesce scusami.

Daniele Statella ha detto...

no, dai...lasciamo stare 'sti discorsi sull'arte, CHristopher. Li sentivo quindici anni fa a scuola ed erano già vecchi!
Il fumetto è un mezzo di comunicazione straordinario ed è la VERA "arte contemporanea". Ci sono alcuni autori che sono artisti perchè con le loro opere a fumetti sono stati riconosciuti tali ma il fumetto lo fanno gli artigiani. I professionisti di quello straordinario artigianato fatto di un sacco di regole espressive e paletti,e perchè no, di fatture e contratti, perchè gli "artisti" stanno anche sotto i ponti, gli artigiani hanno una libera professione regolamentata da un albo nazionale e dalle leggi, ed è di questo che stiamo parlando. QUindi cominciamo a dire le cose come stanno e a parlare di artigianato e non di arte che se no va bene tutto e viva il genio e sregolatezza!

Emanuela Lupacchino ha detto...

Avrei deciso di conseguenza se prendere il lavoro o meno.Non di lasciare la ricerca pur di fare fumetto. Il mio problema lo ripeterò all'infinito: è stato causato dalla mancanza di un contratto. Ti ho risposto anche privatamente... :)

Emanuela Lupacchino ha detto...

Ultima cosa, poi giuro non mi intrometto più.
Prendo il più di tutti, che secondo me fa Marvel artistica per eccellenza: Di Giandomenico. Ma lui è solo la punta dell'iceberg, secondo me. Di Giandomenico secondo me è un artista che lavora alla Marvel e le tavole che fa scusate, ma sono da rimanere a bocca aperta. Io credo che quello di Di Giandomenico sia tutto, meno che fumetto commerciale. E come lui, voglio dire ce n'è una sfilza di autori italiani che lavorano in America che fanno arte. Anzi, forse proprio tutti.

Capitan Ambù ha detto...

Trovo che Daniele abbia ragione.

Emanuela, senza che ti offendi ma l'Arte non è soggettiva.
Se vuoi saperne di più leggiti il Gombrich e il Winkelmann per iniziare.

Nel fumetto c'è impreparazione, se vogliamo migliorare la situazione cominciamo ad essere più preparati noi.
Se si discute di Arte dobbiamo avere le basi per farlo.

Il fatto che rimani a bocca aperta di fronte alle tavole di Di Giandomenico non significa che sia un'artista, senza togliere nulla alla sua bravura.
Artisti sono coloro che hanno creato una svolta epocale al linguaggio fumetto, ad esempio Eisner e Moore, la società gli ha definiti artisti e non è un dato soggettivo.

Mi chiedo, ma Battaglia, Pratt, Toppi, Tacconi, De Luca? Ora che la Marvel primeggi in artisticità è davvero un'affermazione sparata per partito preso.

Maus di Spiengelman non è Marvel, nemmeno Persepolis della Satrapi.

Marvel, Dc, Image, Bonelli, Dargaud, Soleil sono aziende che producono intrattenimento, l'arte si può trovare ma non è nell'intento di queste case editrici farla, sopratutto non viene definita da un centinaio di persone.

Professionisti significa avere un bagaglio culturale per affrontare certe discussioni anche con chi non legge solo fumetti.

Christopher Possenti ha detto...

..per fortuna Fabiano ke avevo osato sperare ke non si degenerasse,
e non intendo cose tipo insultare o alzare lavoce, ma cose tipo la tua ultima affermazione..

In ogni caso se ti vedo spero di salutarti e di far due chiacchere in tutta tranquillita', il fatto ke la pensiamo in maniera diametralmente opposta(e' un dato di fatto)non significa ke dobbiamo precluderci un sano scmbio di opinioni..
E NON lo dico da buonista:)

Capitan Ambù ha detto...

Scusa Christopher secondo te per non degenerare dovrei stare in silenzio?
Non capisco.

Questa è la mia ultima frase:

-"Professionisti significa avere un bagaglio culturale per affrontare certe discussioni anche con chi non legge solo fumetti."

Non credo sia un degenerare, semplicemente credo che la carenza culturale di cui vive il fumetto sia il motivo per cui tende ad essere considerato un linguaggio minore.

Daniele Statella ha detto...

Come siete permalosi. boh..ma voi a casa vostra come parlate? chiacchierate sempre senza poggiare i gomiti sul tavolo rispettando il galateo?
Comunque… finchè continueremo a intendere il fumettista come un artista (e non posso credere di star parlando di questo a 38 anni nel 2010, odio generalizzare e parlar di cose che pensavo fossero oramai assimilate da tutti) continueremo a restituire l’immagine degli artisti un po’ borderline che son tanto strani e che non fanno un lavoro…sono artisti…mangiano ogni tanto, quando arriva il mecenate. Gli artisti o fanno la fame o guadagnano molto bene sotto l’ala dei galleristi e critici che alimentano le loro quotazioni. Mi spiegate cosa c’entra questo mondo col nostro? Noi siamo ingranaggi di un’ industria dell’intrattenimento. E non c’è niente di male in questo! Qualcuno eccelle e fa cose meravigliose… Qualcuno sovverte le regole e ne scrive di nuove, è un artista…ma la maggior parte lavora all’interno di una serie di codici del linguaggio fumetto che deve necessariamente rispettare. Un artista non rispetta alcun codice. Andrea Pazienza era un artista, faceva fumetti sui quaderni a quadretti. Vai a farlo per la Marvel…

Capitan Ambù ha detto...

Obbligo di lavoro vero un anno prima di intraprendere la strada del fumetto e a quest'ora avevamo contratti, diritti e maggiore rispetto da parte di tutti.
Un esordiente del fumetto si sorprende se non ci sono contratti? Non è un esordiente solo del fumetto è appena stato messo al mondo.
Solo per curiosità farei una chiacchierata con un neolaureato in giurisprudenza, architettura, ingegneria, economia e commercio etc e chiedere a loro come va l'apprendistato con contratto e salario fisso.
Sveglia! Vediamo di comportarci da adulti e affrontare i problemi seri e parzialmente risolvibili.

Ho sentito parlare di paga minima in un ambiente di liberi professionisti e mi chiedo dove vivano queste persone, è vergognoso che in Italia ci sia una tale impreparazione alla vita e al lavoro.
Gli editori fanno gli interessi dell'azienda, sono imprenditori e se sono bravi fanno quadrare i conti e rischiano sulle loro competenze, gli autori propongono progetti in linea con la casa editrice, certo che se voglio disegnare paperi in Bonelli sono davvero un demente.

Perchè di questo sfogo? Ne avevo voglia.

Unknown ha detto...

Bella discussione.
Anche quando frequentavo l'accademia parlavo animatamente con i professori sul fumetto e della sua importanza nella società,
di come alcuni autori di fumetti (non tutti, solo alcuni) dovessero essere considerati dei veri e propri Artisti con la "A" maiuscola.
Come tesi presentai un elaborato a fumetti in cui narravo la nascita e lo sviluppo del fumetto e di come questi avesse influito anche nel mondo dell'arte.
Purtroppo nessun membro della commissione lesse il mio lavoro e nessuno dei professori presenti mi dava ragione sul fatto che il fumetto sia una vera e propria forma d'arte come la pittura, la musica e il cinema.
Credo che sia colpa di persone dalla mente poco aperta se il fumetto è ancora visto come un semplice intrattenimento e non come Arte Sequenziale.

Daniele Statella ha detto...

Certo Valgart. Il fumetto è secondo me la vera arte contemporanea. E dovrebbe essere fuori discussione... Così come il cinema è un' arte. Che poi io faccia artigianato e Moebius faccia arte, così come i Vanzina fanno artigianato e Fellini faceva arte, questo è un altro discorso...

Capitan Ambù ha detto...

Semplicissimo 2X2=4

Vedi cosa succede a non studiare più le tabelline?

:-)

Unknown ha detto...

Credo che ci sia un artista in ogni fumettista. Il problema è che molti autori si limitano a copiare lo stile di un altro disegnatore senza cercare e ricercare qualcosa di nuovo.
Artista è colui che inventa e riesce ad influenzare gli altri.
E' difficile ormai realizzare qualcosa che risulti fresco, nuovo e accattivante, lo so perchè anch'io ci sto provando. L'importante è non fermarsi mai e cercare continuamente di evolversi.
Dico bene, MAESTRO?

Capitan Ambù ha detto...

Per secoli si è cercato di definire cos'è Arte e cosa non lo è.
Alla fine si sono tratte delle conclusioni condivise dalla critica e dal mondo accademico, per cui l'Arte viene decisa dalla società.
Quindi non saremo mai in grado di decidere cos'è arte o cosa non è singolarmente, ma un'opera ha valore artistico quando è ampia parte della società ad attribuirglielo.
Io penso che oggi il termine Arte venga utlizzato indiscriminatamente per definire qualsiasi opera, di qualsiasi rilevanza e qualità.
Si abusa del termine svilendo il vero significato, quindi se tutto è arte vuol dire che nulla è arte.

Quando un autore come Sergio Toppi si definisce artigiano dimostra di aver compreso il vero significato dell'Arte.
Quindi meno utilizziamo il termine, prima dimostriamo che potremmo ambire ad esserlo.
E' vero Michele in ognuno di noi c'è l'ambizione a fare Arte e guai non ci fosse, ma chi si loda si imbroda, quindi testa bassa e tutti a lavoro ;-).