giovedì 22 marzo 2007

BASTAAAAAAA!!!!

Oggi ho fatto l'ennesimo colloquio diciamo di "lavoro", ovvero ho mostrato per l'ennesima volta le mie tavole e la risposta è stata non sei nello stile della serie. La risposta ci stà tutta per carità, il mio stile ancora non è abbastanza realistico. Ragionando ho capito che quello che occorre è uno stile come questo quà sopra...come?...sì è un fotoromanzo...e non và bene?...ok lo decalco anzi piglio e me lo faccio decalcare da un'altro può farlo, chiunque così io posso fare un altro lavoro magari serio e che permetta di vivere.
Scusa? Si mangio anche io, si pago anche l'affitto e a Milano costa caro... Sono sardo è vero ma a Milano son venuto per lavorare nel fumetto.
Comunque il problema non è lo stile realistico ma è l'alternativa che non esiste, o meglio esiste ma spesso non è remunerata.
Questo è quello che ho mostrato...

E' vero non è realistico come una foto però è sicuramente un fumetto...
"Il pubblico non capisce" sento dire sempre più spesso dagli addetti ai lavori, mentre il pubblico mi dice" si bello ma io quello stile non lo capisco".
NON LO CAPISCI????? Magari ti piace Picasso o Matisse ma perchè nel fumetto ricerchi il fotoromanzo??? Forse non ci rendiamo abbastanza conto ma le poche e coraggiose iniziative editoriali originali "ITALIANE" stanno morendo o vivono di grossi stenti.
Per quanto mi riguarda ho fatto notevoli progressi da quando disegno fumetto dedicando più tempo ma chi mi pubblica? Dov'è l'alternativa? Ringrazio L'Insonne e Giuseppe Di Bernardo per l'opportunità che mi dà di pubblicare ma lui conosce anche meglio di me le problematiche di gestire un personaggio che non ha una grossa distribuzione alle spalle.
Mi sento dire sei bravo ma il tuo stile non và bene...adatto lo stile alla casa editrice ma nulla...sperimentando si rischia di essere bandito dall'ambito professionale...come si chiama quel disegnatore? AmedeoModigliani ma disegna malissimo fà tutti i colli lunghi BLA'!!!
Ho iniziato tardi a lavorare sul fumetto perchè sono povero, ebbene si arrivo da una famiglia povera di un paese della Sardegna che si chiama Selargius (povero), sono arrivato a Milano e son riuscito a fare il fumetto facendo anche un altro lavoro (quindi rimanendo povero) per quanto la strada sembri semplice per chi non possiede le spalle coperte assicuro che è un bucio di culo della.... scusate il francesismo.
Molti amici che lavorano nel campo artistico stanno fuggendo all'estero per lavorare e vi giuro che spesso ci penso anche io...
L'Italia è in una crisi che è molto più che solo economica, è in crisi di sentimenti, di sogni, di ricerca e di libertà e noi continuamo a parlare di quanto è triste la situazione ma siamo incapaci di reagire, siamo arrendevoli agli eventi e il fumetto vive di questa situazione di sopravvivenza che stà giorno per giorno degradando. Viviamo ancora di Manara e Crepax sono questi gli autori che vengono ripubblicati dalle riviste, Tex è redivivo; mi chino di fronte a questi autori ma dovè il futuro, non riusciamo più a comunicare con l'estero se non utilizzando i loro stili comunicativi, quanti italiani lavorano i Francia con lo stile francese?
Il fumetto vive di quella mentalità piatta e priva di cultura che caratterizza le classi dirigenti italiane, nelle stesse condizioni c'è il cinema la, la televisione e l'arte, la stessa pubblicità che tempo fà si avvaleva di nomi come Munari ora non propone altro che creatività a basso costo.
Non riusciamo più a fare della comunicazione una professione e chi la fà sono il soliti nomi.
Ribadisco non è una critica nei confronti delle scelte editoriali ma voglio dire ai lettori ampliate il campo visivo, leggete di tutto forse esistono dei Miller e dei Moore anche in Italia ma non riescono a far sentire la loro voce.
Infine dico che esistono delle realtà editoriali stimolanti e originali che mostrano una libertà che è fuori dai canoni e non parlo solo di fumetto autoriale ma anche commerciale...e per farvi un idea vi mostro degli esempi...e mi scuso con chi non cito...ma siamo tantissimi eh eh eh...

Giorgio Pontrelli: Detective Dante.
Claudio Stassi: Brancaccio.

E ora dopo quasto sfogo vi saluti e spero che di queste cose se ne parli anche nei luoghi deputati come fiere e manifestazioni...

A presto.

25 commenti:

Anonimo ha detto...

Minchia se ce l'hai a morte... :D
Caro Fabiano, premetto che non posso fare altro che darti ragione, ma la strada per vivere di fumetti è assai ardua (e lo sai), ma la strada per vivere di fumetti "non commerciali" è ancora più dura.
Hai ragione quando dici che non si investe nel fumetto "non realistico"....ma... non so a che case editrici ti sei rivolto, ma se vado in Bonelli e presento tavole di Spider-man a quelli di Tex mi sembra abbastanza normale che mi dicano "non sei nello stile della serie".
Non è una colpa. Diciamo che ci sono poche alternative per autori "alternativi" (passami il termine).
Forse il passo che dovresti fare è..."faccio quello che mi chiedono oggi per poi fare quello che voglio io domani".
Vedi il caso Frank Miller che tu stesso citi, i suoi primi fumetti mica erano Sin City e nemmeno il tanto osannato ciclo di Devil, erano delle (diciamo mediocri) storielle supereroistiche sceneggiate da altri.

Ci vediamo domenica,
Marco Checchetto

p.s.: Ho visitato il tuo blog...sbaglio o lo Spider-man che hai disegnato ha due mani sinistre? ;)

Capitan Ambù ha detto...

Ciao Marco...No le mani sono rivolte con i palmi in senso opposto. Poi le tavole che hai visto non mi sembrano fatte da Miller e non le presento di sicuro a Tex ;-) ma devi ammettere che non sarebbe male trovare un Dylan Dog disegnato da Checchetto non trovi e son sicuro che lo disegneresti bene. Il mio è stato solo uno sfogo per la situazione che si vive in questo campo, poi aimè la realtà la conosco anche io e sai che mi adatto per lavorare però almeno la polemica e la critica è l'unica arma per stimolare discussioni sull'argomento ed è bello sapere che tanti la pensano come me. Parlare non fà male e aiuta a prendere coscenza del problema...chissà che a qualcuno possa stimolare delle curiosità verso un Tex disegnato da Checchetto ahahah Ciao

Anonimo ha detto...

Ecco vedi...ti dirò non mi dispiacerebbe cimentarmi con un Tex o un Dylan Dog, ma sarebbe una cosa "eccezionale" nel senso di strana...un esperimento. Sicuramente non sarei fra gli autori preferiti dei lettori di Tex se rimanessi sulla testata. E poi non credo che io resisterei molto alla tentazione di disegnare Tex in acrobazie ragnesche... :D
Insomma se non un matrimonio impossibile direi almeno più che improbabile.
Anche la mia prima storia di Jonathan a colori era stata commentata da qualche lettore con un "omioddio non lo faranno mica a colori e in stile supereroistico adesso"...AHAHAHAHAHAHA.
A chi hai presentato 'ste tavole? Almeno si potrebbe cercare di capire i motivi del loro "no".
Ad ogni modo, non ti servirà a rimpire il conto in banca, ma a me piacciono. :D

Marco Checchetto

[emo] ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
[emo] ha detto...

Capisco perfettamente lo sfogo, Fabiano, ma concordo con tutto quanto ha detto Marco Checchetto.
Spero che l'esperienza di oggi non ti abbia buttato giù più del necessario e che mantenga la tua determinazione: detesto i discorsi in genere legati alla sardità, ma se qualcosa ci caratterizza davvero quel qualcosa è di sicuro la testa dura. E con la testa dura si fracassano le porte. :)

Capitan Ambù ha detto...

Non sono depresso o scoraggiato, giammai!!! Sono polemico è diverso, e non ho niente nemmeno per chi dice che non ho lo stile adatto trovo assurdo che in Italia ci siano due stili Bonelli e Disney ed il secondo è persino acquisito, il discorso è un pò come il neorealismo del cinema italiano, bellissimo ma ora siamo nel 2006 giriamo pagina. Ma quando Cavazzano fà l'Uomo Ragno??? Io penso che in Italia esistano più "NO!!!" che "si potrebbe". Può non piacere ai lettori di Tex un disegnatore come Checchetto ma è altrettanto vero che potrebbe acquisirne altri...Ma il problema non è Bonelli è che non c'è alternativa e se c'è è meglio che giochi al superenalotto e sperare in una vincita.
E poi un'ultima provocazione, vende più un Nicola Mari o un Luca Rossi o un Bartolini?...chi è? n°39 di Dampyr "L'ultima notte"(tra l'altro bravo). In teoria Rossi e mari non sono stilisticamente bonelliani ma sono indiscutibilmente più vicini all'artisticità del mestiere.

[emo] ha detto...

Fabiano, lasciamo i discorsi sui massimi sistemi a chi ha le conoscenze reali per poterli fare (parlo di tabulanti e similari).
Continua a fare e, a mio modestissimo avviso, sicuramente non sbaglierai ;)

Capitan Ambù ha detto...

Allora parliamo di Maria de Filippi??? ;-)

[emo] ha detto...

Mi son spiegato male: intendevo dire che non possiamo rispondere a una domanda come "vende più un Nicola Mari o un Luca Rossi o un Bartolini?" perchè ci mancano i dati veri.
Capisco la provocazione, ci mancherebbe, ma - alla fine - quel che conta è sempre e soltanto continuare a fare il proprio lavoro e a farlo al meglio come stai facendo.
Poi, se vuoi parlare di Maria De Filippi, non ho comunque preclusioni di sorta a riguardo :)

Capitan Ambù ha detto...

Sei proprio un tronista mancato.

Ketty Formaggio ha detto...

Salve Fabiano,
quando nei blog leggo degli sfoghi come il tuo c'è sempre molta discussione di seguito. Volevo dirti di non buttarti giù. Chi ce la fa, a quanto ho capito, in questo mondo è chi tiene duro anche se è povero. Io e Giuseppe viviamo in puglia anche per questo.
Non so darti un parere riguardo al cadente mercato italiano, che fare e cosa non fare col proprio stile. Ma ti vorrei dire di non disdegnare di provare all'estero, in america anzichè in francia. Un autore con le tue qualità può tranquillamente lavorare per delle INDY in america. E poi provare con le case più grandi. Prova.
Se è vero che i sardi hanno la testa dura, sono sicura che ce la farai! ^_^

[emo] ha detto...

@fabiano> mi manca il fisico... il cervello c'è tutto, ma sul fisico devo ammettere che ho ancora da lavorare.

giorgio pontrelli ha detto...

Ciao Fabio!
passo di qui per caso facendo un giro di blog! intanto ti faccio i complimenti per la nomination a Milano e per il tuo lavoro,
poi per quel che vale sono d'accordo con EMO, disegna e fai la tua strada, i lavori verranno di conseguenza, in questo campo oltre ad essere bravo conta moltissimo la fortuna,l'essere la persona giusta nel posto giusto e al momento giusto fa la differenza!
ciao!
G.

Anonimo ha detto...

ciao fabiano,
sto guardando il tuo blog
...sono tuo fratello...
salita rosa

Anonimo ha detto...

Caro Fabiano,
non amo i blog ma ho dato un'occhiata al tuo in quanto mi è stato segnalato da un amico. Le cose stanno così. Anzitutto hai fatto dei progressi notevolissimi ed a mio avviso sei pronto a lavorare a livello professionale. Anzi. So che uscirà presto un tuo numero de "L'Insonne" e questo è già un buon punto di partenza.

Ma come tu m'insegni "L'Insonne" sta per chiudere ed uno come te coi fumetti ci vuole giustamente campare; ora, il tuo tratto è poco bonelliano ma non devi scoraggiarti. In Bonelli, per esempio, hanno trovato spazio disegnatori anche innovativi. Gente come Luca Rossi o Nicola Mari, giusto per citarne due, cosa hanno a che fare con i canoni classici grafici di Via Buonarroti ? Nulla. La verità è un'altra. Ocorre trovarsi al posto giusto nel momento giusto; non basta "essere pronti" ma occorre "essere utili" ovvero deve accadere che quando ti proponi il momento sia propizio per essere impegnati in qualche testata. Questo vale per la Bonelli come per L'Eura, la Star Comics col suo "Jonathan Steele" e come per qualunque altro ipotetico Editore.
Poi occorre anche avere la furbizia di beccare l'Editor giusto. Se un Editor ama un certo tipo di disegno è inutile e poco furbo (avendo uno stile grafico di taglio opposto ai gusti dell'editor stesso), proporsi; a meno che questi, trovandoti comunque degno di nota, ti segnali ad un collega.

Altra cosa. Che ti piaccia o no, ammesso che i tuoi disegni siano validi, un grosso Editore puo' richiamarti anche dopo diversi mesi. Ci sono tempistiche ineluttabili.

Consiglio finale: paga le bollette con il tuo primo lavoro ma non smettere di disegnare.

Chi semina raccoglie.

JS

p.s.

Il mondo del fumetto italiano consta di un paio di editor oltremodo suscettibili e di qualche direttore editoriale incompetente. Tienilo a mente e fattene una ragione.

Anonimo ha detto...

Ovviamente, è ovvio che in questo periodo ho tonnellate di fumetti arretrati da leggere :)

Pensavo al tuo prossimo num 10 de "L'Insonne", dimentico del num 7 che ho solo sfogliato.

Recupererò.

JS

Capitan Ambù ha detto...

Caro J.S...Jack Solomon???eh eh Per me lavorare all'Insonne è già lavorare a livello professionale, non stà per chiudere almeno non subito visto che chiude il n°13. Poi sono stato opzionato da Giuseppe Di Bernardo per l'11 e il flashbabach del 12 sempre se mi comporto bene eh eh. La mia non era una polemica contro Bonelli, che anzi rispetto e condivido la sua volontà di difendere le sue scelte ma sono critico verso altre identità editoriali che vogliono a tutti i costi seguirne lo stile senza naturalmente ottenere gli stessi risultati. Poi ammetto che forse mi sono espresso male nel mio sfogo ma era più che altro un modo per creare una discussione nell'ambiente di amici e conoscenti, Insomma parlar di fumetto in questi termini mi sembra faccia bene no???
Non penso il mio tratto sia poco bonelliano perchè ognuno dice il suo parere che è soggettivo, alcuni mi dicono di provare su alcune testate senza sapere che ho già provato, strano no? Che i miei disegni siano validi lo credo e non sono il solo, e penso che nessuno possa giudicare la validità di un disegno finchè ha qualcosa da dire...Van Gogh è morto dimostrando in seguito il valore della sua opera...io vorrei farlo da vivo eh eh La mia era un voler dire a tutti gli editori di provare a sperimentare altre strade oltre quella bonelliana, il mondo và avanti e l'Italia torna indietro. Premetto poi che se il mio tono sembra agressivo non è così forse ancora ho difficoltà a trasmettere con la scrittura i miei reali pensieri.
Ciao.

Bruno Olivieri ha detto...

Caro Fabiano, te lo dico in lingua rohirrim, sicuro che mi capirai: No esti a arribài kitzi, ma esti a insertài s'ora.
Questo lavoro è fatto di notevoli quantità di pelo sullo stomaco, propedeutiche tappate di naso (spesso in senso figurato) per riuscire a sopportare la svariata fauna che man mano, ti capita a tiro frequentando l'ambiente, con la quali sei spesso costretto a parlare o vedere tutti i giorni, tuo malgrado.
Tutto ciò, non si discosta molto dall'ultimo leccafrancobolli dell'ufficio del catasto, o dal direttore del TG4.
L'unica differenza consiste nel fatto che, magari, il leccafrancobolli probabilmente non avrebbe aspirato a divenire tale (questa differenze, per la verità, lo caratterizza anche dal direttore del TG4), mentre diventare disegnatori di fumetti dovrebbe essere stata una nostra precisa scelta.
Per il resto sono abbastanza d'accordo con Marco ed Emo, che mi hanno preceduto nel commento.
Tieni duro e, se ti può consolare, sappi che non è finita e che probabilmente non finirà mai!
:-)))

Anonimo ha detto...

Ciao Fabiano.
Certe volte mi vien da pensare che molti giovani disegnatori associano al termine STILE la sola componente del fumetto relativa al segno.
Secondo me non è così.
A comunicare il realismo di una tavola non è solo il segno prossimo al dettaglio fotografico ma tutto un insieme di elementi narrativi e comunicativi/visivi: nella tua tavola personalmente non ritengo che sia il segno ad allontanare dal realismo quanto piuttosto il tuo modo di vedere, interpretare e comunicare la consequenzialità degli eventi.

LA PRIMA VIGNETTA è uno sparo, bene! Allora perchè soffochi il suono dentro la vignetta e disegni il proiettile così appiccicato alla canna della pistola? Il suono è ampio, si diffonde (e tu lo sopprimi). il proiettile è SPINTA, forza, impatto e tu lo trasformi in qualcosa di poco credibile (bastava solo lo sbuffo del fumo no? proprio perché la sequenza è così forte che neppure in un fotogramma puoi imprimere il proiettile in uscita!).

NELLA VIGNETTA 2: tutta la potenza dello sparo si sgonfia. hai idea di cosa succede quando un proiettile impatta un cranio? Il cranio sbalza all'indietro in modo così prepotente da trascinarsi tutto il corpo! il tuo personaggio sembra un portiere colpito da una moneta e non un uomo a cui è appena saltato il cervello! Sembra quasi che scivoli su una buccia di banana.

NELL'ULTIMA VIGNETTA si crea invece un fastidioso effetto "slacciato". Il corpo vola di schiena ma cade di pancia! una rotazione? un avvitamento? Sembra una cazzata ma in questo modo non usi la closure a tuo vantaggio e al contrario ti rovina la tavola.
Ancora, LA LUCE. dalla seconda alla terza vignetta il punto luce ruota di ben 180°. La luce deve essere tua alleata! è sempre bello vedere un vignettone perché distrae ma se la luce cade su tutto allo stesso modo non distingui le quinte e tutto si appiattisce su se stesso. La colonna di cemento invece di aiutarti nella composizione ti ostacola: o il cadavere ci sbatte contro oppure accade uno strano evento per cui colpisce la colonna e poi volteggia ruotando a pancia in giù... il cadavere ha la luce di fronte (perchè non vedo ombre proiettate) ma la colonna è completamente in ombra... mmmm
Vedi fabiano, possono senbrare cose stupide da Otaku idiota ma io credo che questo insieme di elementi arrivino comunque (anche inconsciamente) al lettore... e sopratutto a chi vede le tue tavole. Comunque la rigiriamo il nostro occhio vede un mondo assolutamente coerente e il fumetto è solo un modo di rappresentazione/interpretazione del mondo stesso. Sei sicuro che stile realistico sia sinonimo di stile fotografico?

NEuRONE

Anonimo ha detto...

per esempio: il sangue che esce dal cadavere nell'ultima vignetta è coerente? fa una striscia (che si muove contro il senso dei solchi del terreno) oppure dovrebbe fare come "una piccola (o grande) pozza"?

Anonimo ha detto...

Secondo me se un disegno è coerente lo puoi realizzare pure a pallini come lo SMILE che nessuno te lo tocca...
si si... proprio perchè all'occhio inconscio non da fastidio.

minchia! scusa l'analisi ma è più forte di me... cigolo cigolo cigolo krik

Capitan Ambù ha detto...

Si sono cose stupide da Otaku, ci hai messo più tu ad analizzare una tavola senza conoscere la storia, perchè il fumetto è tutta la storia, che io a farla.
Non ho mai sparato a nessuno per rendermi conto di quanta forza ha un proiettile, ma potrei iniziare a provare eh eh.
Sai c'è sempre una differenza fra un fumetto è la realtà ed è quello che ti permette di girare con la luce e di utilizzarla per esprimere un determinato momento ed enfatizzare certe scene.
Se analizzi un fumetto qualsiasi potrei smontarti tavola per tavola senza problemi.
Sò che devo ancora crescere ma tu mi chiedi il fotoromanzo, ma io non sono un fotografo per cui giocherò con l'irrealtà che la mia mente può partorire,
E poi io ho più di neurone quindi immagina che casino che ho in testa.
E poi ultima cosa ho lasciato ingegneria proprio per il tipo di critiche che mi fai tu sulla tavola.
Libertaaaa!!!!!

Capitan Ambù ha detto...

Comunque a parte tutto, hai ragione e io non intendo e non voglio essere realistico, perchè il fumetto non può e non potrà mai essere concettualmente reale.
A me piace il fumetto che mi fà emozionare, così come il cinema e la letteratura.
Sin City il film è girato in bianco e nero e il sangue è bianco, è realistico? ha senso? No per niente ma è così che mi piace e non cambia il senso della storia.
Io vivo la realtà ogni giorno, ti assicuro che se dovessi assistere ad uno sparo su un cranio l'ultima cosa che osserverei è l'ingresso della pallottola o la direzione, ma rimmarrei talmente scioccato da ciò che vedrei che mi rimarrebbero impressioni ben diverse da quello che realmente avrei visto.
Un pò contorto ma ti ho avvisato del conflitto di neuroni.
Comunque ognuno ha i suoi gusti per cui c'è spazio per tutti anche per gli ingegneri del fumetto.
Diciamo che il mio fumetto si avvicina più al teatro che al cinema. ah ah Ciao.

Anonimo ha detto...

è questo ciò che intendo.
invece di cercare di capire il senso della mia analisi ti sei arroccato su te stesso, hai cominciato il solito discorso dell'emozione e non ti sei assolutamente messo in discussione.
mi spiace, perchè hai tanto talento ma non cerchi di "acchiappare" il fumetto dal giusto verso.
Nel film che citi, il sangue è bianco ma certamente schizza fuori dal cranio in modo coerente... il fumetto è una consequenzialità di eventi che devi saper gestire e che deve essere coerente (elektra assassin è l'esempio più lampante, mille modi di rappresentre una sola coerenza) cerca di vedere oltre il DISEGNO per arrivare al contenuto.
Ora però mi spiego gli interventi di risposta all'articolo di Medda... non era mia intenzione offenderti in alcun modo o deprimere il tuo lavoro, speravo solo che ti avrebbe fatto piacere tentare un'analisi più approfondita sul tuo lavoro visti tutti i discorsi su munoz ecc... Però sei troppo permaloso :)

In bocca al lupo per tutto
ciao

Capitan Ambù ha detto...

E' vero sono un pò permaloso ma lo dicono di tutti i sardi. Non è che non ascolto i consigli anzi, scusa ma forse hai frainteso il mio tono, non riesco mai a farmi capire, tendo sempre a inserire elementi, tipo punti esclamativi, dimenticando il significato internettiano.
Non è che non son consapevole del fatto che modifico la luce a mio piacimento, o mi faccio prendere dall'espressione del disegno più che dalla sua forma.
Certe tue letture della mia tavola, sono diverse da quelle che farebbe un'altra persona.
Io non è che ho fatto solo fumetto nella mia vita, sono laureato in scengrafia e architettura d'interni, per cui qualche base di conoscenza sulla luce la ho.
Quello che vorrei dire è che per quanto mi riguarda non è importante che il corpo sia sulla pancia o sulla schiena, forse lo è per te, ma per me lettore è importante la sensazione che mi trasmette.
Se io avessi seguito il tuo consiglio ipotizziamo, qualcun'altro mi avrebbe potuto dire perche non l'hai fatto così? Il rumore del cespuglio avrebbe dovuto sentirsi e così via.
Il tuo modo di intendere il fumetto non è lo stesso che ho io, forse ciò che io cerco non è quella realtà che tu pretendi, ma è una sorta di espressività che và oltre una scopiazzatura di ciò che è reale.
Comunque mi fà molto piacere chiunque tu sia...che mi abbia posto queste domande, di sicuro fanno riflettere, magari se avessi trovato uno sceneggiatore che mi avesse posto questi vincoli avrei dovuto eseguire, ma no sò se il risultato fosse lo stesso.
Quando tu dici di acchiappare il fumetto per il verso giusto, parli del tuo modo di vedere il fumetto.
Io ho parlato di teatro perchè è un ambiente irreale dove si svolgono le vicende, tutto si muove e funziona per trasmettere certe sensazioni, è un'evasione dalla realtà.
Quando Miller fà saltare un uomo da un tetto all'altro sà perfettamente che in realtà non si può fare, perchè è così importante la posizione del corpo?
Spesso mi capita di vedere segnalazioni riguardo ad alcune sceneggiature, io adoro per esempio Mauro Boselli come scrittore a volte mi è capitato di leggere degli appunti che certi lettori fanno sulle sue storie.
Insomma richiedono dei dati realistici al 100%, ha senso?
E' come dire guardo Matrix e mi chiedo perchè quando spara con la mitragliatrice vengono giù più proiettili di quanti ne abbia sparato? Ma che senso ha? Matrix non esiste è quella la cosa più irreale, se spara du o 1000 proiettili non cambia nulla alla storia, ma 1000 proiettili aggiungono pathos forse...
Se io entro nell'ordine di idee che devo per forza riprodurre il dato reale mi pongo dei limiti che secondo me mi privano di una fonte inesauribile di energie, che è la fantasia.
Magari si potesse parlare di più di fumetti in questi termini, accettando però il fatto che non esistono vincoli alla rappresentazione stilistica.
A presto.