Chine dense, severe. Fatte più di ombra che di luce. Così il disegnatore Fabiano Ambu, con una crudezza feroce, ma mai volgare, trasforma in tavole di fosca potenza uno dei delitti più efferati della storia d’Italia. A scriverne i dialoghi, intrisi di paura, è stato, invece, Leonardo Valenti, sceneggiatore tv di Romanzo Criminale e Distretto di polizia.
Il risultato del loro lavoro è Il massacro del Circeo (Becco Giallo, pagg. 160, euro 15) una graphic novel che ricostruisce le tremende violenze che, la notte del 29 settembre 1975, portarono alla morte Rosaria Lopez e ridussero in fin di vita Donatella Colasanti, due ragazzine romane cresciute nelle borgate. La storia ricostruita a colpi di flash back inizia dove la videro iniziare gli inquirenti: dentro il baule di una 127 in cui Rosaria giace cadavere mentre Donatella - colpita alla testa, narcotizzata, strozzata con una cintura e ancora picchiata - grida aiuto, miracolosamente viva. Seguendo il filo degli interrogatori e delle indagini, viene a galla la terribile sequenza degli avvenimenti. Le due, ingenue e speranzose di un amore che potesse portarle fuori dal triste ambiente delle borgate, vengono «abbordate» da Giovanni Guido e Angelo Izzo, ragazzi di buona famiglia, ma con precedenti penali. L’invito a una festa inesistente per cui le ragazze si preparano con il vestito buono. Una villa isolata dove sono fatte prigioniere, umiliate e violentate. I loro aguzzini che, presi dal panico, chiedono aiuto ad Andrea Ghira, figlio di un noto imprenditore anch’egli coinvolto in rapine e violenze. Il delirio omicida finale in cui Rosaria viene annegata in una vasca da bagno e Donatella massacrata di botte. Il processo e i suoi terribili strascichi.
Insomma un «fumetto» che è un vero pugno nello stomaco e si caratterizza per un realismo sanguinoso. Non è il solo. La Becco Giallo ha creato la collana «Cronaca Nera» che si caratterizza proprio per questo stile e per la ricostruzione di fatti di sangue della nostra storia recente. Tra gli altri titoli: Il mostro di Firenze, La banda della Magliana, Rina Fort, Unabomber... È una delle nuove frontiere del romanzo per immagini, quella che lo confronta con la realtà più dura. L’effetto? Può essere quello di mettere in luce la drammaticità degli avvenimenti o, al contrario, di scadere nel ridicolo. Con Il massacro del Circeo fortunatamente siamo nel primo caso.
Il risultato del loro lavoro è Il massacro del Circeo (Becco Giallo, pagg. 160, euro 15) una graphic novel che ricostruisce le tremende violenze che, la notte del 29 settembre 1975, portarono alla morte Rosaria Lopez e ridussero in fin di vita Donatella Colasanti, due ragazzine romane cresciute nelle borgate. La storia ricostruita a colpi di flash back inizia dove la videro iniziare gli inquirenti: dentro il baule di una 127 in cui Rosaria giace cadavere mentre Donatella - colpita alla testa, narcotizzata, strozzata con una cintura e ancora picchiata - grida aiuto, miracolosamente viva. Seguendo il filo degli interrogatori e delle indagini, viene a galla la terribile sequenza degli avvenimenti. Le due, ingenue e speranzose di un amore che potesse portarle fuori dal triste ambiente delle borgate, vengono «abbordate» da Giovanni Guido e Angelo Izzo, ragazzi di buona famiglia, ma con precedenti penali. L’invito a una festa inesistente per cui le ragazze si preparano con il vestito buono. Una villa isolata dove sono fatte prigioniere, umiliate e violentate. I loro aguzzini che, presi dal panico, chiedono aiuto ad Andrea Ghira, figlio di un noto imprenditore anch’egli coinvolto in rapine e violenze. Il delirio omicida finale in cui Rosaria viene annegata in una vasca da bagno e Donatella massacrata di botte. Il processo e i suoi terribili strascichi.
Insomma un «fumetto» che è un vero pugno nello stomaco e si caratterizza per un realismo sanguinoso. Non è il solo. La Becco Giallo ha creato la collana «Cronaca Nera» che si caratterizza proprio per questo stile e per la ricostruzione di fatti di sangue della nostra storia recente. Tra gli altri titoli: Il mostro di Firenze, La banda della Magliana, Rina Fort, Unabomber... È una delle nuove frontiere del romanzo per immagini, quella che lo confronta con la realtà più dura. L’effetto? Può essere quello di mettere in luce la drammaticità degli avvenimenti o, al contrario, di scadere nel ridicolo. Con Il massacro del Circeo fortunatamente siamo nel primo caso.
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